martedì 10 gennaio 2023

Vizzolo Predabissi

Un fotografo si aggira senza una particolare meta verso i quattro punti cardinali del paese dove vive da sempre e passa in rassegna angoli che conosce a memoria e che ha vissuto in ogni stagione. Quattro per quattro: nord, sud, est e ovest e inverno, estate, primavera e autunno offrono versioni diverse, spesso contrastanti degli stessi luoghi. Trattandosi di una realtà rurale spiccano i campi innevati, poi colmi delle loro colture, delle stoppie e della terra arata. A volte il bianco della neve si confonde con quello della fioritura dei pioppi o gli orizzonti vengono mascherati dalle fronde e dagli arbusti, ma lo sguardo torna con insistenza lì a cogliere gli stessi dettagli, una curva di una strada sterrata, i ruderi di una cascina, una festa errante, una spruzzata di papaveri, la potatura di un cedro, i lavori in corso in una via cittadina, un tramonto sui tetti, il ghiaccio dalle grondaie, l’ansa di un fiume, un treno solitario e un arcobaleno in cielo, luci e ombre del tempo che passa, inesorabile, ma anche con una sua dolcezza.



C’è un percorso, tra i tanti possibili, che si presenta puntuale nelle centinaia di scatti di Tiziano Piazza ed è inquadrato in tutte le variabili climatiche e prospettiche. È la breve distanza che separa il centro storico di Vizzolo Predabissi da Sarmazzano, un’antica frazione un tempo raccolta attorno ad un’aia e a una piccola chiesa. Anni fa, per arrivarci era necessario districarsi in un groviglio di strade campestri, schivando le spine delle robinie e, non di rado, sfidando un ponte improvvisato, se non proprio un guado. L’unico spettacolo previsto alla meta era un vecchio mulino, ormai abbandonato. L’attenzione di Tiziano Piazza per quelle quattro mura immerse nella campagna suscita curiosità: il soggetto si ripete, da varie angolazioni, in diverse ore, il contorno ridisegnato dal clima e dal crepuscolo. Le fotografie contengono tutte le impurità della pellicola e per rispetto delle storie che riportano non sono state nemmeno sfiorate dall’idea di essere corrette o riviste. Lì dentro, come tra le mura sbrecciate del vecchio mulino, si agitano ancora molte storie, ma quella più importante è L’evoluzione del paesaggio in sé.



In alcune delle inquadrature più recenti (compresa quella del manifesto della mostra), Tiziano Piazza mette in evidenza i lavori della strada che ha collegato il centro e la frazione, che nel frattempo ha lasciato l’aia e la chiesa al proprio destino (ormai sono soltanto macerie) ed è diventata un vero e proprio quartiere. Nel frattempo quello che era un viaggio affascinante (soprattutto nella nostra immaginazione) è diventato un transito quotidiano con semafori, telecamere, autovelox, ciclabili e marciapiedi, gli alberi recisi e circoscritti nelle aiuole, e il mulino sparito chissà dove. Si trova ancora, volendo, e c’è in questa densa panoramica di un’identità plasmata un’immagine dopo l’altra, senza nostalgie o rimpianti, ma con la netta sensazione della necessità di metter al riparo, se non altro, la consapevolezza di appartenere a un luogo e alla sua deriva.




Tiziano Piazza, L'evoluzione del paesaggio

dal 30 dicembre 2022 sui canali digitali di Vizzolo al futuro

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