martedì 23 marzo 2021

Castiraga Vidardo


Dall’ansa del fiume, che ha già una geometrica curvilinea alla realizzazione di una struttura di economia circolare, gli orti del Pellicano, attivi dal 2015, stanno realizzando una singolare oasi di biodiversità. Il punto di partenza è la terra che ospita le principali produzioni (gli ortaggi e il pollame), ma è nell’aria che le api hanno tracciato traiettorie da seguire con attenzione. Nel complesso delle attività degli orti del Pellicano,  le api hanno via via assunto un ruolo sempre più centrale. All’interno di una struttura indipendente e autonoma, la cui sostenibilità economica e ambientale è una componente innata, sia per la collocazione geografica, sia per l’urgenza dell’intervento nelle politiche sociali, che chiede una costante rigenerazione delle risorse, e un’attenzione scrupolosa al risparmio e a evitare sprechi, le api hanno indicato un modo di condividere la stessa missione, le stesse opportunità. La storia stessa degli orti del Pellicano, è costante un work in progress dove ogni progetto prevede la valutazione complessiva degli impieghi, dell’impatto sull’ambiente e sulla realtà lavorativa ed economica, e una riflessione sui valori nel contesto di una rete di significati e valori consolidati. Questo vale per tutta la fase del ciclo degli orti del Pellicano: i prodotti vengono distribuiti a chilometro zero e a  prezzi calmierati, e il ricavato viene conferito ai fondi di solidarietà che forniscono a loro volta le risorse per l’impiego dei lavoratori. Tutto il percorso, riassunto in breve, è possibile soltanto con la collaborazione di un’articolato network di soggetti istituzionali, e non, che comprende amministrazioni pubbliche, gruppi d’acquisto, associazioni che condividono l’idea di un’economia di comunità e di prossimità. 



Questo succede, prima di tutto, solo nel rispetto dell’ambiente e nella collocazione in un ambito di biodiversità. Tutto il ciclo di produzione e distribuzione prevede il riciclo e il riutilizzo: i nostri ortaggi non vengono imballati e vengono trasportati per la distribuzione in cassette che riutilizziamo di volta in volta; miele, composte e conserve sono rigorosamente in vasi di vetro riciclabile. Ma il Pellicano gestisce anche un’officina per il recupero e la trasformazione delle biciclette, una falegnameria che produce e riadatta, nonché un magazzino di vestiario usato e rinnovato e di scorte alimentari recuperate perché lo spreco, che è una parte determinante dell’economia di mercato, può diventare un importante fonte di sostentamento. Tutte le attività di confezionamento e di conservazione, e ogni altra lavorazione, comprese le manutenzioni, le verifiche, l’organizzazione dei corsi sono svolte autonomamente, in loco, utilizzando materiali riciclabili al 100%, riducendo al minimo la produzione di rifiuti. L’energia elettrica è fornita da un ampio impianto a pannelli fotovoltaici, l’acqua per le lavorazioni degli orti arriva da pozzi autonomi. Fin dall’inizio, proprio con l’esplicita convinzione che la terra è di tutti, l’esperienza degli orti del Pellicano è stata condivisa con le realtà istituzionali e non del territorio. Tutti i processi di lavorazione, produzione, distribuzione sarebbero relativi se l’obiettivo finale non fosse essere parte di una rete attiva di solidarietà che sente l’urgenza di intervenire nelle pieghe del disagio economico e sociale, ma anche di suggerire una biodiversità non soltanto ambientale, che resta indispensabile, ma anche economica che vede nel ciclo dell’economia circolare uno strumento per avvicinarsi sempre di più a un’economia di comunità e di prossimità, più vicina ai bisogni primari e più attenta alle necessità del territorio. 



Le api sono diventate una guida perché si muovono con assidua concentrazione e con una puntuale coordinazione verso la costruzione di un comune obiettivo. La laboriosità e la generosità delle api  (l’apiario conta circa 20 arnie) hanno fornito, oltre al miele e alla cera, naturali al 100%, gli spunti per la realizzazione di nuovi progetti, a partire dai corsi di apicoltura, che hanno contribuito a diffondere una sensibilità concreta verso le api. Studiando con arnie top-bar, realizzate dalla falegnameria del Pellicano, gli sciami dei corsisti hanno poi trovato posto nella Città delle api, una location immersa del verde, individuata grazie alla collaborazione con il Parco Adda Sud. Ma le api sono utilissime anche alla fine del loro ciclo vitale, perché sono indicatori biologici molto precisi dell’ambiente in cui vivono, crescono e lavorano. Ed è così che in collaborazione con il Movimento per  lotta contro la fame nel mondo di Lodi e la Facoltà di Veterinaria dell’Università statale di Milano, abbiamo sviluppato all’interno di ImpollinAzione Urbana, il progetto (tutt’ora in corso) delle api “sentinelle” attraverso il quale si analizzerà la quantità di polveri sottili presenti nelle api morte per confrontare il dato con le rilevazioni dell’Arpa al fine di dare una valutazione inedita e approfondita della qualità dell’aria che respiriamo. Infine, il Pellicano è anche la sede del FAI (Federazione Apicoltori Italiana) della Lombardia. È per condividere nella loro specifica completezza tutti questi progetti che gli orti del Pellicano hanno promosso l’iniziativa Adotta un’arnia, che prevede la disponibilità a incontrare tutti gli apicoltori “virtuali” di buona volontà. 

Adotta un'arnia

1 commento:

  1. "La tenerezza e la gioia che noi proviamo guardando la natura è il ricordo del tempo in cui eravamo animali, piante, fiori, terra. Più precisamente: è la coscienza della nostra unione col tutto, che il tempo ci nasconde" (L.N.Tolstoj)

    grazie agli Orti del Pellicano per la tenera primavera

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