lunedì 31 gennaio 2022

Lodivecchio

Un incontro conviviale, la nostalgia dei ricordi d’infanzia, il sapore e il profumo delle verdure coltivate in un angolo del cortile di casa: con lo stile attento e meticoloso con cui si è distinto nei suoi romanzi, da Ora sono pronta al recente Born In Laus Pompeia, Giuseppe Bertelè dedica un racconto sentito e dedicato, Gli orti, alla realtà degli orti del Pellicano di Castiraga Vidardo (Lo). Nell’atmosfera della storia dello scrittore di Lodivecchio, affiorano gli stessi valori che animano l’iniziativa degli orti del Pellicano: la condivisione della terra, il rispetto per il territorio, la cura nel seminare e la pazienza nel raccogliere fino alla gioia del gustare. I dettagli di queste pratiche antiche, ma sempre attuali, sono giocati da Giuseppe Bertelè con un linguaggio semplice, diretto, capace di evocare sensazioni sopite e di ricollocare nel giusto contesto emotivo la dimensione agricola. Ma Gli orti è anche la dimostrazione pratica che un tuffo nel passato, e in particolare nell’innocenza dell’infanzia, non può che essere salutare nel riscoprire un mondo dimenticato troppo in fretta. 


Del resto Giuseppe Bertelè lo annunciava esplicitamemte anche nell’introduzione a Dogma, un romanzo dai risvolti drammatici e toccanti: “Quelli erano gli anni della spensieratezza, dove era possibile spingersi inconscientemente in situazioni che oggi reputiamo troppo pericolose; per noi era la normalità lanciarci nei fienili, arrampicarci sulle piante, balzare su carri agricoli in movimento, ma stando sempre molto attenti a non farci male per evitare di essere scoperti e sgridati dai nostri genitori. Erano gli anni dove era possibile per i bambini andare a casa di un parente senza preavviso, e subito sentirsi offrire la merenda, anche se non era l’ora, perché i bambini in quegli anni correvano tutto il giorno e avevano sempre un grande appetito; gli zii e le nonne lo sapevano bene e tutti venivano tratti come figli. Ad ogni stagione corrispondevano emozioni diverse: l’autunno con l’uva matura delle pergole e i ricchi grappoli a disposizione delle mani dei bambini, l’odore del granturco steso ad essicare sulle aie, e le caldarroste arrostite nella padella bucata posta sul fuoco”. Se in Dogma i ricordi evocano ferite insanabili, con Gli orti, Giuseppe Bertelè evoca un humus che vede nel cibo assaporato in compagnia l’espressione conclusiva di una lunga sequenza di possibilità presenti e future, ispirate dalla realtà degli orti del Pellicano. Gli orti si può leggere direttamente sul blog degli orti deli Pellicano o si può scaricare (gratuitamente) qui. (Il ritratto di Giuseppe Bertelè è di Rossano Giuliani, per gentile concessione).

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