martedì 11 giugno 2019

Aosta


Lungo le “tracce non cancellate” di Lucio Fontana si snoda un nuovo modo di concepire l’arte che ha segnato in modo indelebile le visioni della seconda metà del ventesimo secolo. La storica dell’arta Daria Jorioz riassume così l’excursus della personalità di Fontana: “Dalla libera spazialità barocca al dinamismo futurista di Boccioni e Sant’Elia, Fontana tutto abbraccia e tutto supera, rivendicando l’immortalità intellettuale del gesto artistico, che consente il superamento della caducità dell’opera d’arte, destinata a scomparire per la sua intrinseca natura fisica. Innovatore e visionario, egli partecipa con slancio al dibattito, peraltro molto sentito in quegli anni, sul ruolo dell’arte nel mondo contemporaneo, articolando una riflessione tanto brillante quanto caleidoscopica che, coinvolgendo l’architettura, ne sottolinea la dimensione aperta e mutevole, che prevede la percezione sensoriale dello spettatore”. Succede tutto nella mostra Lucio Fontana. La sua ombra lunga, quelle tracce non cancellate a cura di Giovanni Granzotto e Leonardo Conti, che parte da un nucleo non indifferente di circa trenta opere dell’artista, tra tele, ceramiche e carte e si allarga agli artisti che hanno colto e/o condiviso lo spirito di Lucio Fontana.

La mostra si spalanca quindi su una moltitudine di interpreti (da Piero Manzoni a Agostino Bonalumi e Enrico Castellani, da Alberto Biasi a Gianni Colombo, da Mario Deluigi a Tancredi Parmiggiani e Gino Morandis, da Roberto Crippa a Gianni Dova, sino a Giuseppe Santomaso, Ettore Spalletti, Nunzio, Ben Ormenese, Sandro Martini, Edmondo Bacci, Virgilio Guidi, Vinicio Vianello, Cesare Peverelli, Dadamaino, Paolo Scheggi, Umberto Mariani, Turi Simeti, Remo Bianco, Paolo Radi, Felice Canonico, Ivano Fabbri, Jorrit Tornquist, Emanuela Fiorelli, Claudio Rotta Loria, Domenico D’Oora, Marcello De Angelis, Fernando Picenni, Giovanni Lombardini, Saverio Rampin, Ennio Finzi e Riccardo Licata) attraverso i quali si può intravedere un percorso significativo in grado di approfondire le fondamentali linee di ricerca in cui è possibile riconosce la duratura e impegnativa influenza di Lucio Fontana.
Lucio FontanaLa sua ombra lunga, quelle tracce non cancellate
a cura di Giovanni Granzotto e Leonardo Conti
dal 13 aprile al 22 settembre 2019
Museo Archeologico Regionale, Aosta
Tel. 0165/275937

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