giovedì 27 novembre 2025

Melegnano

A-live & Kicking:  i concerti del venerdì di Radio Usom a ingresso libero!

In un periodo davvero nero per i locali di musica live, Radio Usom diventa un piccolo luogo musicale aperto al pubblico. Ogni venerdì alle 22:00 la Radio vi accoglie per condividere la bellezza di un concerto intimo in diretta radiofonica. 


Oggi, venerdì 28 novembre sarà la volta di Simona Colonna, una musicista poliedrica, interprete del repertorio classico e autrice di musica pop, cantautoriale e jazz che si presenta così: “Ho iniziato a cantare e suonare da bambina, avvertendo una necessità intima, un vero e proprio bisogno di esprimermi attraverso la musica. Sono partita dalla banda del mio paese, nel Roero, per approdare ai corsi musicali accademici, diplomandomi prima in flauto e poi in violoncello. Ho fatto musica in orchestra, in formazioni da camera e come solista. Ma non mi bastava. A un certo punto della mia vita e della mia carriera artistica, ho sentito il bisogno di andare oltre i tradizionali confini della musica. Cercando un contatto sempre più diretto, spontaneo e personale con la musica ho trovato un mio modo di essere artista: oggi canto e suono immagini, storie, personaggi, volti… Sono partita dai grandi nomi della musica, e sono approdata alle mie origini: un percorso che è un ritorno, e quindi non è mai stato un addio. Un modo per capire che quello che cerchiamo è già in noi e in quello che ci circonda”


L’ingresso è libero, ma per partecipare al live direttamente in radio è consigliata la prenotazione al numero 342 671 3920 

mercoledì 26 novembre 2025

Ariccia



I Tommasi Ferroni è una mostra che accoglie le opere degli artisti Riccardo, Elena e Giovanni Tommasi Ferroni, nell’esclusività dei raffinati linguaggi pittorici e nella peculiarità dell’allestimento ad hoc nelle sale del prestigioso palazzo, che raccoglie circa sessanta opere -tra dipinti e disegni- e denota, di per sé, una forte connotazione identitaria nell’autenticità dei differenti stilemi e momenti storici. Il tema unificante e affiorante dei quadri dei Tommasi Ferroni è l’imprescindibile pratica del disegno accademico, quello colto, esigente, manierista. Il tratto di Riccardo si riverbera sui figli Elena e Giovanni, ma declinato e interpretato da questi seguendo la propria visionaria creatività e inventiva, leitmotiv dell’intera mostra. In molti suoi dipinti emerge il senso del tempo che trascorre, la metamorfosi delle cose e delle persone, la giovinezza e la vecchiaia, il vigore e la decadenza, con un sottofondo tragico di ineluttabilità del destino che affonda le sue radici nel pensiero greco, in quella classicità che attraverso la sua pittura vorrebbe far rivivere. Riccardo Tommasi Ferroni (Pietrasanta 1934, Pieve di Camaiore 2000), esponente di punta di una famiglia di artisti, è considerato dalla critica l’antesignano del ritorno alla grande pittura, il paladino del recupero della tecnica sostanziata dal rigore del disegno costruttivo, sulla scia di Pietro Annigoni. La discontinuità che le avanguardie avevano creato ai primi del secolo scorso rispetto alla tradizione plurimillenaria dell’apprendimento presso le botteghe e poi nelle accademie, lo ha portato, in una ricerca ossessiva della forma, a sviluppare un linguaggio assolutamente individuale, immediatamente riconoscibile, che non ha precedenti o paralleli. La mostra di Ariccia vuole essere quindi un omaggio a un grande maestro del contemporaneo, un artista colto e sofisticato, la cui lezione rivive e ha una continuità con quella del padre Leone e del fratello Marcello, talentuosi scultori di Pietrasanta, dei figli Elena e Giovanni, anch’essi qui celebrati in pittura.



Alfredo Regoli Un fotoreporter in motocicletta, a cura di Francesco Petrucci è dedicata al più prolifico fotografo di cartoline illustrate del Lazio, dagli anni Cinquanta agli anni Duemila del secolo passato, togliendolo dall’anonimato e facendolo finalmente conoscere al pubblico degli appassionati. Tra l’altro Alfredo è padre del famoso pittore Luciano Regoli, al quale dedicammo una mostra nel 2019. Regoli girava con la sua Gilera 125 per i paesini del Lazio, anche quelli più sperduti, quando la valorizzazione del territorio e la promozione delle sue bellezze, dopo le devastazioni della guerra, cominciava ad essere uno degli obiettivi di tanti centri minori, che volevano presentarsi degnamente, con lo sviluppo del terziario, al turismo nazionale e internazionale. Non solo Roma, ma un Lazio da promuovere, pubblicizzare e far conoscere. Il fotoreporter in motocicletta iniziò così la sua vita libera, on the road, per le campagne e le montagne laziali. Le cartoline, animate da greggi di pecore sulle strade, donne che lavano i panni al vascone del paese, bufale sul greto del lago, spiagge popolate di bagnanti all’epoca di Abbronzatissima, borghi innevati come non lo sono più, cavalli al pascolo in riva al mare oggi segnato da monotone sequenze di stabilimenti organizzati, assieme alle automobili che marcano più di tutto il trascorrere del tempo dopo il boom economico degli anni 1950-60, assieme a monumenti che ancora portano i segni della guerra, non restaurati, sono tutti aspetti fissati in “immagini documento”, che formano a tutti gli effetti il soggetto di un archivio storico-fotografico regionale.


Fino al 30 novembre

Palazzo Chigi in Ariccia                                                                               

Piazza di Corte, 14 – 00072 Ariccia (Roma)                                                     

www.palazzochigiariccia.it

mercoledì 19 novembre 2025

Firenze


Gonnelli Casa d’Aste, giovedì 27 novembre, alle ore 14, terrà un’asta di beneficenza dedicata alla Collezione di Franco Lucini. Nato a Bonate Sotto (Bergamo), dopo la laurea si era trasferito a Bergamo. Era stato titolare della farmacia di Filago dove era molto stimato in paese e affiancava alla sua professione la passione per l’arte. Dopo il matrimonio con la sua amata moglie Paola residente a Lucca e anch’essa farmacista, aprì per un periodo una raffinata galleria d’arte nella città toscana. Persona di gran cultura, non aveva mai smesso di studiare, ma si definiva “curioso” e questo lo stimolava ad arricchire le sue collezioni che spaziavano dai quadri e le stampe alle sculture e le ceramiche. Frequentava assiduamente la libreria Gonnelli, di cui ammirava i cataloghi e gli eventi espositivi. Amava molto approfondire e scoprire con entusiasmo artisti e opere che ancora non conosceva. A tal fine possedeva una biblioteca di libri e cataloghi italiani e stranieri, specialmente sull’arte del primo Novecento, che continuamente teneva aggiornata. Franco Lucini era dotato di una sensibilità, un’educazione e una gentilezza fuori dal comune che lo rendevano una persona rara con cui era un piacere conversare e scambiare opinioni. A dimostrare anche la sua generosità d’animo sono state le sue volontà testamentarie di donare alcune sue opere a musei pubblici e devolvere in beneficenza tramite la casa d’aste Gonnelli il ricavato della maggior parte dei suoi beni collezionati nel tempo. 


La prima sezione vede all’incanto un variegato insieme di lotti comprendente stampe, disegni e dipinti antichi, stampe popolari e orientalia. Tra le stampe antiche in offerta di particolare interesse il Trionfo della morte di Boetius Adamsz Bolswert (lotto 16) e un lotto di tavole di Goya da Los Proverbios e da Los Caprichos (lotto 21). Grande attenzione per i numerosi dipinti antichi tra i quali un anonimo del XVIII secolo una grande Vanitas con putto adagiato su tappeto, globo terrestre, clessidra, violino e grande vaso di fiori (lotto 10), da Jan Brueghel il vecchio Giunone nel mondo sotterraneo (lotto 17), San Sebastiano e Sant'Irene, 1615-1652, attribuito ad Angelo Caroselli (lotto 18), una Coppia di nani di Alessandro Bernardino Dehò (lotto 19). Tra le popolari si trovano un Kaleîdoscope grotesque, gioco composto da 12 personaggi grotteschi in litografia a colori (lotto 12), Quattro vues d'optique, 1750-1770, in belle cornici laccate (lotto 3), un vario konvolut di 26 incisioni e 2 disegni a tema popolare e caricaturale del XVIII-XIX secolo (lotto 138). Infine una elegante proposta di Orientalia all’interno della quale spiccano una Coppia di bassorilievi a intarsio raffiguranti il primo una Batracomiomachia, il secondo due rane una su biciclo e l'altra a passeggio con ombrellino, Giappone 1890 ca.  sigillo dell'artista Rinkomoru Kagawa (lotto 28), di Katsushika Hokusai Tre tavole da Fugaku hyakkei (Le cento vedute del Fuji) e una da Hokusai gafu (lotto 30), un lotto composto da quattro surimono e un ritratto di attore (Ryūryūkyo Shinsai [da] Scimmia con il Gohei / Utagawa Kuninao, Maschera Nô e panneggio / Tōshūsai Sharaku, L'attore Ōtani Oniji III nel ruolo del cameriere (Yakko) Edohei.) (lotto 31), infine un elegante disegno con Conigli di Hirose Toho (lotto 32).


La terza sezione è dedicata alle Stampe moderne, tra cui spiccano per curiosità o importanza due acqueforti di James Ensor, Boulevard Van Iseghem à Ostende (lotto 43) e La bataille des éperons d'or (lotto 44). Continuiamo con The boy hidden in the egg di David Hockney (lotto 48). Tre belle incisioni del maestro Max Klinger con Angste (Ansia) - dalla cartella Ein Handschuh, Opus VI tavola VII (lotto 51), Brahmsphantasie (Fantasia di Brahams) - Opus XII tavola 7 (lotto 52) e Vorspiel (lotto 53). Tra i vari autori di stampo simbolista ne spicca anche uno italiano, Alberto Martini, con l’affascinante cartella Trentuna fantasie bizzarre e crudeli precedute dalla Diabolica imagine di Niccolò Paganini e dall'Autoritratto dell'uomo pallido (lotto 57) e la suggestiva raccolta di 15 ex libris (lotto 58). Una Tavola da La Célestine di Pablo Picasso (lotto 63) e Norsk landskap di Edvard Munch (lotto 68). La quarta sezione è dedicata ai disegni e dipinti moderni, dove tra le varie rappresentazioni del magico segnaliamo: Scena con draghi di Victor Max Ninon [pseudonimo di Accornero Testa Vittorio] (lotto 88), un Ritratto di Jeanne Samary (?) in veste di Diana, attribuito a Paul Baudry (lotto 92) e un disegno preparatorio per l'illustrazione del Barone di Münchhausen di Gustave Doré (lotto 101). Spiccano come autori a chiudere la sezione un attribuito a Maximilian Pirner con La ninfa (lotto 118) e un Notturno attribuito a Arthur Rackham (lotto 119). Avvicinandosi alla chiusura troviamo un curioso Satiro con capra realizzato in calcografia su cuoio di Ludwig Rullmann (lotto 122) e La casa dell’ultima lanterna, una china su carta di Fritz Schwimbeck (lotto 124). La quinta e ultima sezione di Lotti konvolut vede corpose raccolte di incisioni e disegni divisi per tematiche, rispettivamente un Lotto composto di 14 incisioni e disegni a tema simbolista (lotto 133), 30 disegni e incisioni a tema femminile (lotto 134), 25 disegni e incisioni a tema animale (lotto 135) e altri. Seguono sette lotti (dal lotto 142 al 149) dedicati a pubblicazione d’arte, cataloghi e monografie, anch’essi divisi per tematica. Chiudono l’asta altri sette lotti composti da svariate cornici riccamente decorate (dal lotto 150 al 156).


Libreria Antiquaria Gonnelli – Casa d’Aste

Via Fra’ Giovanni Angelico 49 – 50121 Firenze

Tel 055 268279 

www.gonnelli.it 

giovedì 13 novembre 2025

Melegnano


Per l'appuntamento odierno degli A-live & Kicking, il venerdì di concerti a ingresso libero di Radio UsomEvasio Muraro torna con un concerto unico e riparte da una selezione di canzoni e di interpretazioni nel suo caratteristico stile, intimo, espressivo e profondo. Sarà la tappa di un nuovo inizio, perché Evasio Muraro dopo l'uscita del suo ultimo album, Non rientro, celebrato dalla critica come uno dei suoi lavori migliori, ha continuato le sue incessanti esplorazioni, offrendo i suoi contributi musicali, dal teatro al collega e compagno di viaggio Emanuele De Francesco. Ha collaborato con Biagio Vinella alla realizzazione degli spettacoli Come pesci in un acquario e La cravatta blu, e ha partecipato alla gestazione del nuovo album di Emanuele De Francesco, Il primo bacio nel pomeriggio, come già nel precedente Lettere al neon. Tutte esperienze che hanno spinto Evasio Muraro a un'ulteriore ricerca nello sterminato campo della canzone d'autore italiana, pescando nel proprio repertorio così come in quelli di Luigi Tenco, Giorgio Gaber, Gianmaria Testa, Enzo Jannacci e dei Gang.